Quadrotti “rubikondi“.
Perchè a prevalere è il colore rosso e perchè una volta assemblati uno vicino all’altro richiamano nella forma il famosissimo cubo di Rubik.
E’ così, da un lampo di genio domenicale che viene l’idea che oggi (non senza fatica, ammettiamolo) sono riuscita a realizzare. Perchè io quando invento, invento. Non ce n’è per nessuno. Diciamo piuttosto che quando mi ficco un’idea in testa è difficile farmi desistere finchè non riesco a realizzarla. Testarda? Uh! Testardissima. Quando l’estro creativo prende il sopravvento in famiglia tutti tremano. Perchè sanno già che nel caso malaugurato in cui io non riesca nell’intento di dare concretezza all’idea che ho in testa divento intrattabile per almeno un paio di giorni. E quando voglio, ho proprio un caratteraccio.
Oggi per sua enorme fortuna il fidanzato era impegnato al lavoro e quando è tornato in pausa pranzo il progetto procedeva senza grandi intoppi quindi ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Ancora si ricorda con terrore il mio messaggio whatsapp di qualche tempo fa, con cui lo esortavo vivamente a pranzare fuori perchè “qualcosa è andato storto con il pan di spagna al cioccolato, devo rifare tutto da capo, la casa è un disastro e il primo che mi ronza intorno me lo sbrano!“. Nemmeno a dirlo, è andato a mangiarsi un panino al bar. Lo so, sono dolce, dolcissima quando voglio. Sì, come il miele rancido.
Ma torniamo alla ricetta di oggi, nata, dicevamo da una delle mie soliti paturnie mentali.
Volevo creare una sorta di arancino che non fosse un arancino. Un risotto che non fosse solo un risotto e, in ultima analisi, una pietanza street food (arancino-non arancino, risotto non solo risotto, dicevamo) che richiamasse nei colori la bandiera svizzera. Così precisa, geometrica, lineare. E facile da disegnare, per giunta (fiù… pericolo scampato, in disegno sono un’assoluta frana).
La mia prima certezza è stata quella di usare della barbabietola per conseguire il mio scopo.
Avevo in testa da tempo di preparare un risotto alla barbabietola e guarda caso mi è capitato di gustarne due negli ultimi 2 mesi, diversi ma entrambi succulenti: il primo in occasione del Food Experience organizzato da Mondadori a settembre e il secondo un paio di settimane fa, in occasione della mia visita al Lanzani Bottega&Bistrot di Brescia.
Il formaggio prescelto è stato poi il gruyere. Per la sua consistenza, il suo profumo, il suo colore. Il più adatto a trasformarsi nel cuore del mio quadrotto e nella croce rappresentata al centro della bandiera del Paese che rappresenta.
Mancava ancora qualcosa. Un sapore originale che desse più carattere al tutto. E questo “qualcosa” mancante l’ho trovato in una crema di triglie che dona al piatto un sapore nuovo e una maggiore originalità.
Nell’assicurarvi che il risultato è stato eccellente e che purtroppo i quadrotti sono già quasi finiti, lascio la parola alla ricetta. (Primo segreto: il taglio del formaggio, fate come vedete rappresentato nell’ immagine qui sotto, mi raccomando!).
1/2 litro di brodo vegetale
un bicchierino di vino rosso (io ho utilizzato un Sangiovese)
sale fino q.b.
pepe nero macinato q.b.
Tenete la barbabietola frullata da parte.Tritate finemente la cipolla. Fatela soffriggere il olio extra vergine di oliva finchè non inizia a diventare trasparente. Aggiungete il riso e fatelo tostare mescolando di continuo per circa un minuto. Sfumate con il vino rosso e quando sarà stato completamente assorbito cuocete il riso aggiungendo un mestolo di brodo alla volta e mescolando di frequente.
5 minuti prima che la cottura sia ultimata aggiungete la barbabietola frullata. Completate la cottura e mantecate il risotto con la crema di triglie preparate in precedenza.
Affettate il formaggio a listarelle e formate con esso delle croci (come vedete in foto).
Quando il risotto di barbabietole e triglie sarà raffreddato, formate i vostri quadrotti avvolgendo le croci di formaggio con il riso.
Lasciate riposare in frigorifero per una ventina di minuti in modo che il risotto si compatti intorno al formaggio.
Passate poi ogni quadrotto nell’uovo sbattuto, poi nel pan grattato e friggete in abbondante olio di semi caldo per un paio di minuti per lato.
Utilizzate una schiumarola per estrarre i quadrotti dall’olio e riponeteli su un piatto ricoperto di carta da cucina in modo che perdano l’olio in eccesso. Avvolgete poi i quadrotti nella carta oleata e…voilà! Il vostro goloso e pratico street food è pronto per essere trasportato e gustato dove e con chi volete!
Con la ricetta dei Quadrotti Rubikondi partecipo al contest “Swiss Cheese Parade” organizzato da Tery di Peperoni e Patate e Formaggi della Svizzera
One Comment
Ma valà che bellini! E sicuramenti slurposissimi!!